Caro Giuseppe Grillo,
io apprezzo per indole e carattere l’ironia cattiva. Mi piace quando un comico o uno scrittore sberleffa e cachinna il potente con epiteti fuori dalle righe, anche col sapido condimento di sano e robusto turpiloquio. Apprezzerei pertanto, per continuità stilistica, anche quando un tizio qualunque, un ometto della strada elettronica, epitetasse il popolarissimo opinion maker come tronfiosgonfio sobillatore populista di cialtronesche e intestinali italiche pulsioni ribellistiche. Tanto per fare un esempio.
Però quando il comico divenuto opinion maker entra nell’agone politico, (con bollini, manifestazioni pubbliche, convocazioni movimentistiche) e quindi propugna e ribadisce il diritto alla critica e alla cosiddettissiima politica dal basso, e il tono rimane fuori dalle righe e quindi insultante e sberleffatore, ma povero e genericissimo nel merito e nella sostanza, e si riduce all’uso denigratorio di una presunzione di malattia mentale come arma logica e retorica ad hominem, in quel momento, quel facitore di opinioni ai miei occhi scade a chiacchierone presuntuoso e incongruamente fuori bersaglio.
Leggevo, proprio oggi, che in Italia ci sono circa ottocentomila malati di demenza. Moltissimi dei quali dei demenza Alzheimer. In europa sono stimati in circa sei milioni. E di conseguenza sei milioni di famiglie europee sono coinvolte nell’affrontare una malattia spietata e feroce, che degrada la persona umana a livelli intollerabili per poi ucciderle.
Un’altra volta che dibatti col politico o l’istituzione in contesto non di spettacolo, fatti un favore e collega il cervello alla tua lingua pepatae salace, carissimo comico ora divenuto facitore di opinioni. Forma e messaggio ne dipendono, e dovrebbero essere congrui al contesto. E se davvero il panorama italiano ti sta a cuore, anche questi sono aspetti di comunicazione e di costruzione di consenso sentito fondamentali.
Tuo
AdRiX